La cornice ritrovata: aureola v/s iPad

  • Manlio Brusatin
Parole chiave: Arti decorative e applicate, Pittura, Storia

Abstract

Il tema della cornice ha avuto una trattazione piuttosto ampia (Simmel, Ortega y Gasset, Popper, Marin) sia nel concetto di definizione di un campo visivo razionale e necessario, sia nella limitazione di una realtà troppo individuata e prefissata. La cornice rotonda o quadrata riflette l’aureola dei Santi come simboli raggianti, rispetto ai criteri più definiti di cornice-telaio-struttura che serve a tenere in piedi una tavola o una tela come unica rappresentazione possibile. Ma da questo territorio di definizione o di ritaglio costruito della realtà, si ritorna ora a una cornice totalmente in espansione che può ignorare anche l’orizzontalità e la verticalità. Questa nuova cornice dà impressione di catturare il tutto ma forse lascia passare tutto, come raccoglier acqua con un setaccio. Il presente saggio parte dalla consacrazione dell’aureola e va verso la costruzione dello schermo elettronico fino al Tablet: la cornice lucida e oscura che cattura il mondo del visibile ma lo fa subito scomparire.

Biografia autore

Manlio Brusatin

Si è laureato in architettura con Carlo Scarpa, allo Iuav di Venezia. Ha insegnato al Dipartimento di Conservazione dei Beni Culturali di Ca’ Foscari e alla Facoltà del Design del Politecnico di Milano, dalla loro fondazione. Presso la Facoltà di Architettura di Alghero ha coordinato l’apertura del corso di laurea in Design per l’anno 2007-8. Ha collaborato a varie Biennali di Venezia delle Arti, dell’Architettura e del Teatro.
Tra i suoi scritti e saggi: Storia dei colori (Einaudi, 1983); Storia delle immagini (Einaudi, 1989); Storia delle linee (Einaudi, 1993); Arte della meraviglia (Einaudi, 1986); Arte dell’oblio (Einaudi, 2000); Colore senza nome (Marsilio, 2006). Nel saggio Arte come design (Einaudi, 2007) individua il rapporto design/arte contemporanea.

Pubblicato
2013-10-31
Sezione
Saggi