Semiotica e design, al futuro.
Abstract
Sul finire, vorremmo stilare una cronologia dei rapporti tra semiotica e design riprendendo da dove ha lasciato uno degli autori di questo volume collettivo, Alvise Mattozzi, e cioè dalla seconda metà degli anni novanta quando Floch pubblica, in Identità visive (1995), l’analisi del coltellino Opinel. Mattozzi ripercorre tre episodi che ritiene fondamentali per la storia che lega la semiotica alla disciplina del progetto, tutti riferiti al contributo di una personalità di spicco (Morris, Barthes e Floch) e tutti rappresentativi di differenti modi di concepire i processi di significazione, in generale, e la loro produzione da parte degli oggetti, in particolare. Nelle pagine che seguono, descriveremo alcune delle aree di studio sul design che da Floch in poi sono state battute, osservando le esplorazioni tematiche e le riflessioni teoriche che hanno caratterizzato gli ultimi venticinque anni circa di ricerca semiotica sul tema. Con nessuna pretesa di esaustività e completezza, ma con il solo intento di ricostruire sinteticamente una bibliografia di base comune alle due discipline, si proverà a delineare quali sono le ricerche in corso e le possibili linee di sviluppo future. Senza escludere il contributo che studi semiotici afferenti ad altre aree geografiche, come quella francese (proprio Floch vi apparteneva), hanno dato al design, ci si limiterà a una ricognizione della ricerca semiotica italiana, per la sola ragione che discende dalla necessità di porre confini più o meno netti a un obiettivo che sarebbe altrimenti troppo ambizioso per questa conclusione. Se una storia dei legami tra design e semiotica ha un senso, è quello di consentire il progetto di quel che ancora deve venire.
Copyright (c) 2024 Ilaria Ventura Bordenca
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