Costellazioni, il titolo del primo numero di «AIS/Design. Storia e Ricerche», sintetizza l'intenzione del journal di aprire lo sguardo su filoni e temi diversi, anche lontani fra di loro, delle storie del design. Per dare spazio tanto ai settori più antichi e consolidati, quanto alle aree di interesse più recente. Ma apertura non significa perdersi in una nebulosa di cui si spostano di continuo i confini perdendo di vista l’area di pertinenza del design, espandendo la sua giurisdizione su territori altrui, dilatando a ritroso i tempi della sua nascita, come se fossimo incapaci di confrontarci con la sua identità storica, disconoscendola continuamente. Apertura significa – con le parole di Siegfried Giedion (1967) – essere consapevoli che i fatti che sottoponiamo al vaglio storico sono “come le costellazioni degli astri. Lo storico non può tracciare il corso degli avvenimenti come l’astronomo. Ma ha un punto in comune con lui: che continuamente emergono nuove costellazioni e mondi prima invisibili. E come l’astronomo deve rimanere eternamente al suo posto di osservazione”.