La New Wave italiana?

Dalle esperienze didattiche internazionali di Wolfgang Weingart alle manifestazioni del Centro di Documentazione di Palazzo Fortuny

Parole chiave: New Wave, Palazzo Fortuny, Anni ottanta e novanta, Storia della grafica italiana, Network

Abstract

Durante gli anni ottanta la grafica ha acquisito una nuova identità, non più sottoposta a rigide gabbie e composizioni, si apre a nuove contaminazioni e linguaggi, supportati soprattutto dalle potenzialità tecnologiche della nuova strumentazione digitale. Questo approccio, avviato con le esperienze didattiche di Wolfgang Weingart nella Kunstgeweberschule Basel e indicato in seguito col termine New Wave, ha influenzato numerosi giovani progettisti europei e statunitensi attraverso conferenze e corsi internazionali. Tra le figure che si appropriano dell’approccio di Weingart spicca quella di April Greiman, la quale arriva a definire uno stile maturo della New Wave californiana, rielaborandola attraverso l’uso del computer, di cui è una delle più importanti esponenti.
Nel contesto di queste realtà internazionali, passando appunto dalla Svizzera agli Stati Uniti e poi nuovamente in Europa, si inserisce l’attività culturale di promozione della grafica estera contemporanea del Centro di Documentazione di Palazzo Fortuny a Venezia. A partire dal 1987 l’istituzione veneziana con la collaborazione di Giorgio Camuffo ospita per la prima volta in Italia la mostra Pacific Wave, coinvolgendo tra molti progettisti anche Greiman, John Casado e Michael Vanderbyl e avviando così un programma culturale di carattere internazionale. 
Il contributo oltre a ricostruire la mappa delle geografie relazionali che hanno diffuso il movimento New Wave nel mondo fino all’Italia, traccia le genesi della mostra Pacific Wave (1987) e di alcuni workshop come Fortuny Graphic (1987 e 1995), meritevoli di aver introdotto in Italia non solo i protagonisti della New Wave, ma anche di aver diffuso le nuove istanze tecnologiche e linguistico-espressive.

 

Biografia autore

Monica Pastore, Università Iuav di Venezia

Monica Pastore è una graphic designer, docente e ricercatrice della comunicazione visiva.
Accanto al suo lavoro di progettista con Officina 3am, studio di comunicazione fondato nel 2010, inizia la sua carriera accademica prima come collaboratrice alla didattica poi come docente presso diverse università di design italiane e estere. Dal 2010 porta avanti il proprio lavoro coniugando sia l’aspetto storico che progettuale della comunicazione visiva.
Attualmente sta frequentando il dottorato di ricerca in Scienze del design presso l’Università Iuav di Venezia con una ricerca sulla storia della grafica italiana dal titolo Linguaggi ibridi. I progettisti grafici italiani e il computer come nuovo strumento di progetto tra il 1984 e il 1999, in cui ricostruisce le vicende della grafica italiana in relazione all’introduzione del computer nella professione.

Pubblicato
2021-10-04