Percorso di ricerca storica e considerazioni sulle fonti primarie nel caso Gino Sarfatti e Arteluce

Parole chiave: Apparecchi di illuminazione, Arteluce, Collezionismo, Digitalizzazione, Fonti orali, Sarfatti, Storia, Storiografia

Abstract

L’articolo ripercorre le fasi e le modalità di ricerca relative al caso dell’imprenditore e designer Gino Sarfatti e della sua azienda produttrice di apparecchi di illuminazione Arteluce. La vicenda – svoltasi a Milano tra la fine degli anni trenta e la prima metà degli anni settanta – è fatalmente rimasta in ombra per vent’anni, tra il 1974, quando volge al termine, e il 1994, anno in cui l’autrice ha avviato una prima indagine approfondita; questa ricerca, inizialmente oggetto di una tesi di laurea, ha portato in seguito alla pubblicazione di un ampio articolo e, nel 2012, della prima esaustiva monografia dedicata a Sarfatti. A distanza di molti anni, il caso Sarfatti-Arteluce offre all’autrice l’occasione per riflettere da un lato sulle fonti di indagine che sono state al centro della ricerca, in particolare quella del racconto orale e del collezionismo, dall’altro sull’uso del processo di digitalizzazione e sulla loro valenza nell’operatività della ricerca storica.

Biografia autore

Paola Proverbio, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano

Laureata in architettura (Politecnico di Milano) e dottore di ricerca in Scienze del design (Università Iuav di Venezia), insegna teoria e storia del design e dell’architettura contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Istituto Europeo di Design. Studiosa della cultura del progetto, si occupa in particolare dell’evoluzione del design degli apparecchi d’illuminazione italiani e di arti decorative contemporanee, temi per i quali ha tenuto corsi presso il Politecnico di Milano. Dal 2010 si occupa inoltre del rapporto tra design di prodotto e fotografia. È stata consulente scientifico per la creazione di archivi storici digitalizzati (Arteluce, Danese, Flos) e consulente per l’archivio iconografico della rivista Domus. Ha collaborato con il CASVA (Centro di Alti Studi sulle Arti Visive del Comune di Milano) per lo studio e la catalogazione di archivi di design e architettura. Le sue pubblicazioni recenti includono: “La ‘fotografia di design’ a Milano. Note per una storia fra gli anni Cinquanta e Sessanta”, in Milano 1945-1980. Mappa e volto di una città. Per una geostoria dell’arte (a cura di E. Di Raddo, Franco Angeli, 2015); Design e immaginario. Oggetti, immagini e visioni fra rappresentazione e progetto (co-curato con R. Riccini, Il Poligrafo, 2016); “Come Angelica e Bradamante. Antonia Astori e Adelaide Acerbi, le donne della Driade”, in Angelica e Bradamante le Donne del Design (a cura di R. Riccini, Il Poligrafo 2017).

Pubblicato
2017-12-30