Ephemeral Voices and Precarious Documents

Fixing Oral History and Grey Literature to the Design Historical Record

Parole chiave: Archivi, Educazione, Letteratura grigia, Storia orale, Soggettività, Sostenibilità

Abstract

Questo articolo si inserisce nel filone di studi storici del design interessati agli “attori”, gruppi ed eventi esterni al contesto canonico o istituzionale del design per discutere le sfide metodologiche relative allo svolgimento di ricerca documentale su vicende che non sono generalmente rappresentate negli archivi convenzionali, ma possono invece trovarsi in archivi privati o nella memoria degli stessi attori. L’autrice prende spunto dalla sua ricerca di dottorato – tuttora in corso e incentrata sull’emergere, nel contesto delle scuole di design in vari paesi scandinavi, di un discorso relativo al tema della sostenibilità fra anni sessanta e settanta del Novecento – per illustrare problemi e benefici dell’utilizzo di fonti orali, materiali effimeri e della letteratura grigia. In particolare il concetto di “letteratura grigia” viene discusso come categoria archivistica utile alla espansione delle più convenzionali tipologie di fonti e come stimolo al riconoscimento di fonti che rischiano di andare perduti. L’autrice sostiene che un approccio maggiormente consapevole a questa metodologia inclusiva può contribuire ad arricchire con nuove sfumature la ricerca e le interpretazioni già sviluppate nel campo della storia del design.

Biografia autore

Ida Kamilla Lie, University of Oslo

Con una laurea in Storia dell’arte dell’Università di Oslo, sta svolgendo una ricerca di dottorato in Storia dell’arte presso la stessa istituzione, nell’ambito del progetto Back to the Sustainable Future: Visions of Sustainability in the History of Design.

Pubblicato
2017-12-30